"Quand'ero bambino, le sue storie fantastiche mi dicevano che una vita magica era possibile. Anche dopo aver smesso di crederci, percepivo ancora qualcosa di magico in lui. Avere sopportato tutti quegli orrori, avere visto il lato peggiore dell'umanità e ritrovarsi con una vita irriconoscibile, e nonostante questo restare la persona perbene e buona e coraggiosa che conoscevo. Sì, quella era magia!"
Fin dalla scoperta della sua esistenza, il libro ha stuzzicato la mia curiosità, ma ho sempre posticipato la lettura per altri "must read". Con la pubblicazione delle prime immagini dal set del film diretto da Tim Burton, non ho potuto rinviare ulteriormente e , tablet alla mano, mi sono addentrata in questa avventura.
Il protagonista è Jacob Portman, un quindicenne ricco e di buona famiglia, particolarmente schivo e con un'incredibile incognita sulla sua vita futura. Ha un nonno particolare, Abe, che fin da piccolo l'ha cresciuto a pane e "fantasie": i suoi racconti pullulano di personaggi strambi e "creepy", spesso raffigurati in foto in bianco e nero che porta sempre con sé. Ormai adolescente, il giovane Jacob non crede più alle storie del nonno, ma un grave incidente sconvolge la sua quotidianità, così da riprendere in considerazione le memorie del vecchio Portman.
Prima di tutto, ammetto di essere stata fuorviata dalla copertina del libro, tanto da dimenticare effettivamente di analizzare e leggere la trama con più chiarezza. Ho pensato a una storia di fantasmi. Ho associato la casa del titolo e le memorie del nonno, ebreo, scappato alla strage nazista, a un romanzo horror spettrale, come se i bambini descritti e rappresentati nelle foto fossero dell'entità che il nonno, probabilmente dotato di poteri mistici, riuscisse a vedere e con cui poteva interagire.
ASSOLUTAMENTE NO.
Con lo scorrere delle pagine veniamo a scoprire che i bambini sono reali e non sono altro che "speciali", con poteri e particolarità sovrannaturali. Abbiamo ragazzini che levitano, fanciulle che appiccano il fuoco, bambini che riportano in vita i morti, adolescenti forzute, giovani invisibili, degli X-men insomma, ma "creepy", perché l'atmosfera rimane dark, horror e particolarmente spettrale.
Jacob rappresenta perfettamente il senso di smarrimento tipico dell'adolescenza, che cerca di distaccarsi dalle illusioni infantili, ma allo stesso tempo si sente in colpa, e non riesce a trovare uno stimolo per crearsi una strada verso la maggiore età. Un personaggio vero che si contrappone ai ragazzi "speciali", che vivono nel loro mondo ovattato e apparentemente al sicuro.
Il libro rimane una lettura godibile, non particolarmente difficile da assimilare (è pur sempre un romanzo per ragazzi), e affascinante se si ha il gusto del "macabro".
Sarebbe stato bello vedere approfonditi alcuni punti, ma si tratta del primo libro di una trilogia, quindi confido nei capitoli a venire.
Sicuramente, la scelta di Tim Burton per la regia del film omonimo è azzeccatissima. Durante la lettura, non si può fare a meno di pensare alle atmosfere di "Edward mani di forbice" o de "il mistero di Sleepy Hollow", magari ascoltando un bel midley di Danny Elfman.
Non ci resta che aspettare l'uscita nelle sale di questa "favola dark", prevista per il 27 gennaio 2017, per godere dell'effetto che fa il binomio scrittore-regista visionari.
- Scarabea
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